Il nuovo programma per la Transizione 5.0, dotato di un fondo di più di 6 miliardi di euro rappresenta un passo decisivo verso l'integrazione di soluzioni sostenibili e digitali nel tessuto industriale. Prioritario per le imprese è conoscere i criteri per l'accesso ai finanziamenti, mirati a promuovere l'adozione di tecnologie avanzate e pratiche ecocompatibili.
Il decreto-legge del 2 marzo 2024, parte del PNRR, stabilisce le linee guida per la transizione industriale, con focus sull'efficienza energetica, l'innovazione digitale e la formazione del capitale umano. L'approccio del governo, volto al rafforzamento del settore manifatturiero italiano, mira a posizionare le aziende italiane all'avanguardia nelle sfide globali della sostenibilità e della digitalizzazione.
In questo articolo si parlerà di:
- Industria 5.0 come evoluzione della precedente transizione 4.0.
- I diversi obiettivi del piano Industria 5.0: Sostenibilità, Monitoraggio e Formazione.
- Analisi del pacchetto di aiuti: gli scaglioni, le aliquote e gli obiettivi richiesti.
Quali sono le Differenze tra il Piano Industria 4.0 ed Industria 5.0?
L'evoluzione dal piano Industria 4.0 a 5.0 segna un punto di svolta nell'ambito degli incentivi per l'innovazione industriale, sottolineando una transizione verso un'integrazione più marcata di criteri energetici oltre alla sola digitalizzazione.
Il piano Industria 4.0, inserito nella prima tranche di aiuti alle imprese previsti dal PNRR dispone di una dotazione finanziaria di 13,381 miliardi di euro, oltre ad ulteriori 5,08 miliardi dal Fondo complementare. Gli obiettivi della Transizione 4.0 erano stati definiti per promuovere la digitalizzazione del tessuto produttivo italiano attraverso incentivi fiscali per l'acquisizione di beni materiali e immateriali, investimenti in software avanzati, ricerca, sviluppo, innovazione e formazione specializzata.
Il piano Transizione 5.0 si distingue per l'introduzione di requisiti specifici volti a stimolare la riduzione dei consumi energetici, richiedendo un risparmio energetico minimo del 3% per la produzione o del 5% per i processi industriali interessati dagli investimenti. Questo nuovo approccio non solo rafforza l'obiettivo di accelerare la digitalizzazione ma incoraggia anche l'adozione di pratiche sostenibili, riflettendo una visione strategica orientata alla doppia transizione: digitale ed ecologica.
Nell'ambito della Transizione 5.0, gli investimenti che favoriscono il risparmio energetico e rispettano i criteri stabiliti beneficeranno degli incentivi secondo gli scaglioni di riferimento. Un cambiamento significativo rispetto al precedente regime di Industria 4.0 si ritrova nell'obbligo di certificazione dell'interconnessione dei beni industriali e la possibilità di accedere al credito d'imposta in modo unificato, nel caso in cui sia elegibile, anziché dilazionato.
In conclusione, mentre il piano Industria 4.0 continua a supportare gli investimenti non legati specificamente al risparmio energetico secondo le modalità originarie, quello di Industria 5.0 apre la strada a un paradigma di incentivazione che integra obiettivi di sostenibilità energetica alle priorità di innovazione digitale, delineando un quadro incentrato sull'efficienza industriale per il futuro.
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Cosa prevede il piano Industria 5.0?
L'Industria 5.0 si rivolge a imprese di ogni dimensione, settore e regime fiscale presenti sul territorio nazionale, che intraprendano nuovi investimenti in innovazione produttiva mirati alla riduzione dei consumi energetici. Questa apertura trasversale conferma l'ambizione di stimolare un ampio spettro di attività industriali verso una maggiore efficienza energetica e sostenibilità.
Beni Strumentali
Per beneficiare degli incentivi di Industria 5.0, è necessario investire in beni strumentali, sia materiali sia immateriali, elencati negli allegati A e B del precedente piano Transizione 4.0. Questi beni, che devono essere integrati nel sistema di gestione aziendale o nella catena di fornitura, dovrebbero contribuire a un progetto di innovazione capace di ridurre i consumi energetici di almeno il 3% per le strutture e il 5% per i processi produttivi coinvolti.
Impianti Fotovoltaici e Sistemi di Autoproduzione
L'intesa con l'UE amplia il perimetro degli incentivi, includendo specifiche misure per l'autoproduzione e l'autoconsumo energetico, come gli impianti fotovoltaici, sottolineando l'importanza dell'indipendenza energetica per le imprese.
Software
Il Piano Industria 5.0 amplia il suo raggio d'azione ponendo una forte enfasi sull'innovazione software, con un particolare focus su applicazioni, piattaforme e sistemi capaci di promuovere un utilizzo energetico più efficiente all'interno delle aziende. Questa categoria di strumenti si rivela cruciale per la gestione e il monitoraggio dei consumi energetici e dell'autoproduzione energetica, sottolineando l'importanza di una gestione energetica integrata nelle routine aziendali quotidiane.
Dotare le imprese di tecnologie avanzate per la raccolta, l'analisi e la presentazione organizzata dei dati, ad esempio mediante dashboard energetiche, facilita decisioni informate basate su analisi dettagliate e obiettive. Attraverso l'impiego di impianti IoT e sistemi di cloud computing, il piano mira a trasformare i dati in azioni concrete per la sostenibilità, spingendo le imprese verso iniziative che non solo rispondono a un’etica di responsabilità ambientale ma che si rivelano anche vantaggiose sotto il profilo economico, grazie a una riduzione effettiva dei costi energetici.
In questo contesto, il ruolo dei sistemi di cloud e della sensoristica IoT diventa fondamentale, offrendo alle aziende gli strumenti per documentare e verificare le riduzioni dei consumi energetici e incrementare la loro sostenibilità. La visione di Industria 5.0, quindi, non solo incoraggia una transizione verso pratiche produttive più verdi ma facilita anche l'integrazione di tecnologie all'avanguardia nel tessuto produttivo nazionale, marcando un passo significativo verso la realizzazione di un'industria più intelligente e sostenibile.
Formazione del Personale
Riconoscendo il ruolo chiave del capitale umano per una più efficace transizione energetica, il piano prevede incentivi per la formazione del personale, limitati al 10% dell'investimento in beni strumentali e fino a un massimo di 300.000 euro. Queste attività formative, erogate da entità esterne autorizzate, mirano a consolidare le conoscenze tecniche fondamentali per navigare la transizione verso l'Industria 5.0.
L'Industria 5.0 enfatizza così un approccio olistico all'innovazione, valorizzando sia le tecnologie avanzate che le competenze umane, per guidare le imprese italiane verso una produzione più sostenibile, efficiente e competitiva a livello globale.
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Come sono distribuiti i fondi del piano Industria 5.0?
Il Piano Industria 5.0 prevede un investimento complessivo di 6,3 miliardi di euro, allocati in tre categorie principali: beni strumentali, autoconsumo e autoproduzione energetica, e formazione. La ripartizione è la seguente:
- 780 milioni di euro destinati ai beni strumentali,
- 890 milioni di euro per progetti di autoconsumo e autoproduzione energetica,
- 630 milioni di euro riservati alla formazione.
Per garantire un'applicazione equilibrata delle risorse, i fondi sono stati divisi uniformemente tra i due anni di attuazione del piano, prevedendo circa 3 miliardi di euro per ciascun anno.
Gli investimenti in autoconsumo e autoproduzione devono integrarsi in progetti più ampi che includano l'acquisto di beni strumentali. È importante notare che l'attivazione di investimenti in beni strumentali apre la possibilità di accedere al credito d'imposta anche per l'acquisto di nuovi beni materiali strumentali all'impresa, finalizzati all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l'autoconsumo, escluse le biomasse.
Per gli impianti fotovoltaici, l'incentivo è circoscritto agli impianti equipaggiati con pannelli prodotti negli Stati membri dell'Unione Europea con un'efficienza minima del 21,5%. Viene applicata una maggiorazione del 120% o 140% sulla base di calcolo per impianti che includono pannelli di maggiore efficienza, secondo specifiche tecniche dettagliate nella normativa. Questa maggiorazione incide non solo sul costo dei moduli ma sull'intero costo dell'impianto fotovoltaico, portando a un incentivo potenziale fino al 63%.
Le Aliquote
Il piano prevede un totale di 9 aliquote di incentivo disposte a matrice come già visto in precedenza per questa categoria di aiuti, ognuna delle quali può essere incrementata di 1,2 o 1,4 volte, a seconda dell'efficienza dei pannelli fotovoltaici impiegati. Questo meccanismo di maggiorazione è specificamente riservato agli impianti fotovoltaici e non si applica agli altri beni strumentali o alla formazione.
Questa struttura di incentivi riflette l'obiettivo del Piano Industria 5.0 di stimolare investimenti che concorrono sia alla transizione digitale che a quella energetica, promuovendo l'adozione di tecnologie sostenibili e avanzate nel settore industriale.
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Quota di Investimento |
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Quota di Efficientamento Energetico |
Fino a 2,5 milioni di Euro |
Da 2,5 a 10 Milioni di euro |
Dai 10 ai 50 Milioni di Euro |
Unità: dal 3 al 6% Processo dal 5 al 10% |
35% |
15% |
5% |
Unità: dal 6 al 10% Processo dal 10 al 15% |
40% |
20% |
10% |
Unità: più del 10% Processo più del 15% |
45% |
25% |
15% |
Come si ottiene il finanziamento Industria 5.0? Il calcolo energetico e il ruolo del GSE.
Per accedere ai finanziamenti previsti dal Piano Industria 5.0, le imprese devono dimostrare una riduzione dei consumi energetici attraverso un calcolo accurato, che segue specifiche linee guida delineate dalla normativa:
- Calcolo Annuale: I consumi energetici devono essere ricalcolati su base annua.
- Riferimento all'Esercizio Precedente: La riduzione dei consumi energetici deve essere calcolata facendo riferimento ai dati dell'anno precedente all'avvio degli investimenti.
- Correzione per Variazioni: Il risparmio deve essere determinato "al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne" che possono influenzare il consumo energetico, assicurando che il calcolo rifletta fedelmente l'efficienza energetica introdotta dagli investimenti.
Per le imprese di nuova costituzione, che non dispongono di dati storici sui consumi, il Piano 5.0 prevede un approccio alternativo basato su "consumi energetici medi annui riferibili a uno scenario controfattuale", definito secondo criteri specificati in un apposito decreto attuativo. Questo permette di stabilire un benchmark energetico anche in assenza di consumi storici, facilitando l'accesso agli incentivi per le nuove realtà imprenditoriali.
Per ottenere il finanziamento, le aziende sono tenute a presentare una serie di documentazioni, suddivise in due fasi, ex ante (prima) ed ex post (dopo) la realizzazione dell'investimento:
Fase Ex Ante:
- Certificazione anticipata dell'investimento.
- Comunicazione preventiva al Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
- Comunicazioni periodiche sull'andamento degli investimenti.
Fase Ex Post:
- Certificazione finale dell'investimento realizzato.
- Comunicazione finale al GSE.
- Attestazione dell'avvenuta interconnessione dei sistemi.
- Documentazione comprovante la congruità e pertinenza delle spese.
- Certificazione contabile da parte di un revisore, che attesti l'effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la loro corrispondenza alla documentazione contabile aziendale.
Questo iter documentale serve a garantire la trasparenza e l'efficacia degli investimenti, assicurando che i benefici dei finanziamenti siano effettivamente orientati verso progetti che contribuiscano alla transizione energetica e digitale promossa da Industria 5.0.
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